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13/05/2024



13-5-2024 - Notizie su sanità sociale ed altro

DALL'ITALIA

LE EPATITI VIRALI RAPPRESENTANO UNA CALAMITA' PER LA SANITA' PUBBLICA A LIVELLO GLOBALE

Si tratta di un’infiammazione del fegato causata da diversi virus che conducono a una serie di problemi di salute, alcuni dei quali possono essere fatali. Esistono cinque tipi principali di virus dell’epatite, indicati come A, B, C, D ed E. Sebbene tutti causino malattie del fegato, differiscono tra loro per modalità di trasmissione, gravità della malattia, distribuzione geografica e prevenzione. In particolare, i tipi B e C portano alla cronicizzazione dell’infezione in centinaia di milioni di persone e insieme sono la causa più comune di cirrosi epatica, cancro al fegato e morte correlata all’epatite virale.

Si stima che 354 milioni di persone in tutto il mondo convivano con l’epatite B o C e, per la maggior parte, i test e le cure restano fuori portata. I sintomi dell’epatite acuta possono includere febbre, affaticamento, perdita di appetito, nausea, vomito, dolore addominale, urine scure, feci chiare, dolori articolari e ittero. Ma molte persone affette da epatite non presentano sintomi e pertanto non sanno di essere infette. Il virus dell’epatite A si diffonde mangiando cibi o bevande contaminati ovvero attraverso l’esposizione alle feci di una persona contagiata.

L’epatite B si diffonde principalmente attraverso il contatto diretto con sangue, liquido seminale e altri fluidi corporei. Anche l’effettuazione di tatuaggi o piercing con strumenti contaminati rappresenta un importante fonte di contagio. Lo stesso dicasi per il virus dell’epatite C che può essere trasmesso anche attraverso la condivisione di attrezzature contaminate dal sangue di una persona infetta come aghi e siringhe: ad esempio nelle pratiche della tossicodipendenza. Ma soprattutto le trasfusioni di sangue e/o emoderivati hanno rappresentato un formidabile strumento di trasmissione dell’epatite C prima che fosse introdotto lo screening obbligatorio nei donatori.

Come ha spiegato il dottor Giampiero D'Offizi, direttore della UOC di Malattie Infettive Epatologia dello Spallanzani, nei paesi in via di sviluppo, la fonte più comune di infezione da HEV è l’acqua potabile contaminata, e nei paesi sviluppati si sono verificati casi sporadici di HEV in seguito al consumo di carne di maiale, cinghiale e di cervo cruda o poco cotta. Infatti, l’epatite E può infettare alcuni mammiferi e il consumo di carne o organi crudi o poco cotti di animali infetti può portare alla trasmissione alimentare nell’uomo.

Attualmente, abbiamo un armamentario terapeutico in forte evoluzione per la cura delle epatiti virali. In particolare per l’epatite B e D disponiamo di farmaci in grado di controllare con efficacia la replicazione del virus, mentre nel caso del virus C una nuova categoria innovativa di antivirali è in grado di eliminare l’infezione e guarire il fegato. In aggiunta, alcuni tipi di epatite virale sono prevenibili attraverso la vaccinazione: in particolare il virus A, B e a breve anche il virus E.

L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS di Roma, in collaborazione con l’Ambasciata di Romania, ha avviato “Abbiamo fegato”, un programma di informazione e screening delle epatiti virali da virus B e C per le persone di nazionalità rumena attualmente residenti nell’area metropolitana di Roma e per le quali l’accesso alla diagnosi e alla cura di queste patologie infettive può risultare più difficoltoso, per permettere l'emersione del cosiddetto "sommerso" e di avviare tanti pazienti al trattamento evitando le complicanze tipiche della malattia epatica avanzata.

 

MAI SALTARE LA PRIMA COLAZIONE, MA ATTENZIONE AGLI ZUCCHERI

La colazione è un pasto importante per tutti, specie per gli anziani, poiché fornisce loro l’energia necessaria per iniziare la giornata e contribuisce al loro benessere generale. Ecco alcuni consigli dei nutrizionisti su cosa dovrebbero mangiare a colazione:

Idratazione: Dopo una notte di digiuno, è importante idratarsi bevendo liquidi come acqua a temperatura ambiente o tiepida o tè/tisana. Questo aiuta a restituire i liquidi persi attraverso l’urina e la respirazione.

Latte o yogurt: Sono ottime fonti di proteine e calcio. Scegliere versioni a basso contenuto di grassi per una colazione più leggera. Chi vuole mangiare salato, sostituisce con un pezzetto di parmigiano.

Frutta di stagione: La frutta fresca è ricca di vitamine, antiossidanti e fibre. Scegliere la frutta di stagione per massimizzare i benefici.

Caffè o tè: Una tazza di caffè o tè può fornire una dose di caffeina per aiutarti a svegliarti. Tuttavia, evita di esagerare con lo zucchero o la caffeina.

Spremuta o frullato: è un ottimo modo per consumare la frutta fresca. Si consiglia di evitare i prodotti confezionati e la frutta del frigorifero. Consumare prodotti a temperatura ambiente è più sano.

Fetta biscottata o pane integrale: Sono ottime fonti di carboidrati complessi. Aggiungi un cucchiaino di marmellata o miele per un tocco di dolcezza.

Equilibrio di nutrienti: Assicurati che la tua colazione contenga un equilibrio di proteine, carboidrati e grassi. Questo ti aiuterà a rimanere energico e concentrato durante la giornata.

Riduci l’assunzione di zucchero e sale. Ci sono alternative più salutari, come il miele al posto dello zucchero e il sale marino al posto del sale comune.

Privilegia cibi facili da digerire: Gli anziani potrebbero avere problemi di digestione, quindi scegli cibi leggeri e facilmente digeribili.

In sintesi, una colazione ideale per gli anziani deve essere nutriente, bilanciata e leggera. Ricordare sempre di consultare il proprio medico per adattare le scelte alimentari alle esigenze specifiche di ciascun individuo. Buona colazione!

 

QUANTO DOVREBBE BERE UN ANZIANO OGNI GIORNO?

La quantità di liquidi che un anziano dovrebbe bere ogni giorno può variare in base a diversi fattori, tra cui età, peso, livello di attività fisica e salute generale. Tuttavia, esistono alcune linee guida generali per aiutare a determinare l'apporto idrico adeguato per gli anziani.

L'Institute of Medicine (IOM) negli Stati Uniti raccomanda un'assunzione totale di liquidi giornaliera adeguata (compresi i liquidi contenuti negli alimenti) di circa:

Uomini anziani: Circa 3,7 litri (circa 15 tazze) al giorno

Donne anziane: Circa 2,7 litri (circa 11 tazze) al giorno

Tuttavia, è importante notare che non tutto questo apporto deve provenire dall'acqua bevuta direttamente. Il cibo, in particolare frutta e verdura, contiene anche una quantità significativa di acqua, che contribuisce all'idratazione complessiva.

È fondamentale considerare le esigenze individuali. Alcuni anziani potrebbero avere bisogno di meno liquidi a causa di condizioni mediche specifiche o diuretici prescritti. Altri potrebbero richiedere una maggiore assunzione di liquidi, ad esempio in climi caldi o se sono attivi fisicamente.

Quindi, non bisogna mai perdere di vista l'importanza del bere acqua, liquidi alternativi come spremute di agrumi, tisane, ma è sempre bene consultare il proprio medico e tenerlo al corrente.

 

AFFRONTARE UNA PERDITA IN ETA' AVANZATA

Una perdita per una persona anziana, come quella di un coniuge è un’esperienza dolorosa e complessa che può portare a sentimenti di tristezza, solitudine e di lutto profondo.

L'elaborazione del lutto, secondo gli psicologi, è un processo di costruzione di significato della morte di una persona cara. Nel caso della morte di un coniuge in età avanzata, questa costruzione di significato assume delle caratteristiche molto più complesse.

Alcune ricerche scientifiche, hanno messo in evidenza come il processo di elaborazione del lutto del proprio coniuge in età avanzata esponga maggiormente la persona rimasta in vita ad un declino cognitivo e, in alcuni casi, le predisponga ad un’accelerazione dei processi di invecchiamento.

Questo perchè le nostre generazioni di anziani condividono fortemente i valori del matrimonio e, di conseguenza, nella maggior parte dei casi hanno affrontato una vita coniugale duratura e caratterizzata da un’importante condivisione di esperienze di vita. Al contrario di quanto accade oggi, i nostri anziani si trovano ad affrontare l’esperienza di un matrimonio duraturo che termina solamente con la scomparsa di un componente della coppia. L’interruzione del legame fondato sul rispetto reciproco e sulla condivisione porta con sé un enorme senso di disorientamento.

Rabbia e senso di abbandono: Il senso di disorientamento potrebbe essere accompagnato da una vera e propria crisi di identità. La persona, non riconoscendosi più in assenza del proprio coniuge, potrebbe vivere un senso di abbandono e di rabbia. In alcuni casi, ci si può sentire arrabbiati perché ci si sente abbandonati dalla persona amata. In modo particolare, la perdita del coniuge porta ad un cambiamento nella routine condivisa che sparisce improvvisamente. Inoltre, avendo condiviso la maggior parte della vita insieme, la prospettiva di affrontare la vita da soli può far sentire molto vulnerabili.

Senso di colpa e sollievo: Una fase di elaborazione del lutto particolarmente ardua da gestire è quella in cui potrebbe comparire una fisiologica sensazione di sollievo. Tale sensazione compare ogni qualvolta la morte del coniuge è avvenuta in seguito ad un periodo di sofferenza prolungata che ha richiesto un impegno particolarmente oneroso in termini di cura. In questa fase, potrebbero comparire vissuti di ambivalenza: da un lato ci si sente sollevati dal fatto che la morte abbia posto fine alla sofferenza, dall’altro ci si sente in colpa per il fatto stesso di provare una sensazione di sollievo e aver in qualche modo desiderato la fine delle sofferenze.

Ricostruire: È importante, con il tempo, trovare un senso a ciò che è successo, trasformando le sensazioni di dolore, rabbia, e colpa in una narrazione che possa sostenere l’anziano nel trovare un senso e una continuità nella vita, in assenza del proprio coniuge. A tale scopo, una persona anziana potrebbe trovare sollievo nel portare avanti degli specifici rituali (es. accendere una candela) che forniscano un significato simbolico, oltre che onorare il ricordo della persona amata.

Il lutto e tutte le manifestazioni fisiche ed emotive ad esso correlate non vanno intese come un qualcosa di patologico. È un normale processo di elaborazione che si caratterizza per la sua unicità e complessità. Non c’è un tempo giusto, ogni percorso è differente. Trovare compagnia, qualcosa da fare insieme ad altre persone è un toccasana per la mente.

 

ANDROIDI DOMESTICI: COSA SARANNO CAPACI DI FARE E QUALE AIUTO PER LA TERZA ETA'?

L'avvento degli androidi nelle nostre case, capaci di svolgere autonomamente le faccende, le pulizie di prima necessità, rappresenta una svolta rivoluzionaria con un impatto significativo su diversi aspetti della nostra vita. Ecco alcuni possibili scenari:

Innanzitutto maggiore tempo libero e ricreativo. Verremmo liberati dalle incombenze domestiche, tempo da dedicare alle nostre passioni, hobbies, relazioni sociali ed attività ricreative.

Questo potrebbe portare a un aumento della felicità e del benessere generale, favorendo una vita più ricca e appagante.

Questo darebbe un nuovo impulso all'economia, perchè la diffusione di androidi domestici potrebbe creare nuove opportunità di lavoro nel settore della loro produzione, manutenzione e sviluppo. Inoltre si potrebbero generare nuovi modelli di business basati su servizi di noleggio o abbonamento per l'utilizzo di questi robot.

Cosa significherebbe poi per la rimozione di barriere per l'invecchiamento. Gli androidi domestici potrebbero aiutare le persone anziane o con disabilità a mantenere la propria autonomia e indipendenza nella vita quotidiana.

Questo permetterebbe loro di vivere più a lungo nelle proprie case, ritardando l'ingresso in case di riposo o strutture di assistenza.

Chissà come la presenza di un androide domestico potrebbe influenzare le relazioni e le dinamiche all'interno delle famiglie.

Nuove forme di interazione e di dipendenza da queste tecnologie potrebbero emergere, con possibili ripercussioni sulla comunicazione e sull'affettività.

In sostanza, l'arrivo di robot domestici è una svolta tecnologica che potrebbe rendere la nostra vita molto più semplice. Ma dobbiamo anche essere consapevoli delle questioni etiche e sociali che vengono con esse, così da assicurarci che questa nuova tecnologia migliori davvero le nostre vite e non crei problemi. Dobbiamo fare in modo che la tecnologia sia davvero al servizio del nostro benessere e dell'ambiente.

 

I VIDEOGIOCHI SONO SOLO PER GIOVANI O POSSONO GIOCARCI ANCHE GLI ANZIANI?

Giocare è un’attività benefica e rilassante che può vedere coinvolti anche gli anziani. Lo sanno bene i giocatori di burraco, di briscola e tressette. Non esistono solo le carte, amici anziani. I videogiochi non sono appannaggio solo dei giovani. Ci sono diversi motivi per cui i videogiochi possono essere benefici anche per i senior e per coloro che non possono muoversi da casa in particolare:

Gli anziani possono giocare coi videogiochi? Sono positivi per loro?

Stimolazione mentale: Molti videogiochi aiutano a mantenere la mente attiva e possono migliorare le funzioni cognitive, come la memoria, l'attenzione e la capacità di risoluzione dei problemi.

Coordinazione mano-occhio: I videogiochi spesso richiedono una buona coordinazione mano-occhio, il che può aiutare a mantenere e migliorare queste abilità negli anziani.

Sociale: I videogiochi online possono offrire opportunità per interagire socialmente con amici e famiglia, o persino con persone di tutto il mondo.

Divertimento: Come per le persone di tutte le età, i videogiochi possono essere una fonte di divertimento e relax per gli anziani.

Va fatto un distinguo: è importante notare che alcuni videogiochi possono essere più adatti agli anziani di altri. I giochi che richiedono tempi di reazione rapidi o sono troppo complessi possono essere frustranti per gli anziani. Per questo motivo è importante saper scegliere il videogioco giusto per gli anziani. Inoltre (come anche per i giovani) è importante stare attenti alla quantità di tempo trascorso a giocare e assicurarsi che non interferisca con altre attività importanti, come l'esercizio fisico e le interazioni sociali.

Quale genere di videogiochi possono andare bene per gli anziani?

Ci sono diversi generi di videogiochi che possono essere adatti per gli anziani, in base alle loro preferenze e abilità. Alcuni esempi includono:

Giochi di puzzle e logica: Questi giochi possono aiutare a stimolare la mente e migliorare le funzioni cognitive. Esempi: "Tetris", "Sudoku", "Candy Crush" e "Brain Age".

Giochi di simulazione: Questi giochi permettono ai giocatori di immergersi in un mondo virtuale e sperimentare situazioni diverse dalla vita reale. Esempi: " The Sims", "Animal Crossing" e "FarmVille".

Giochi di strategia: Questi giochi richiedono pianificazione e riflessione strategica. Esempi: "Civilization", " Age of Empires" e "Plants vs. Zombies".

Giochi di avventura e storytelling: Questi giochi spesso hanno una trama coinvolgente e personaggi ben sviluppati. Esempi: "The Legend of Zelda", "Myst" e "Life is Strange".

Giochi casual: Questi giochi sono generalmente facili da imparare e giocare, e sono ideali per brevi sessioni di gioco. Esempi: "Angry Birds", "Flappy Bird" e "Fruit Ninja".

Basta scegliere giochi che siano appropriati per il livello di abilità e le preferenze dell'anziano prima di mettersi a giocare. In tutto questo può essere decisivo per il giusto coinvolgimento del nonno digitale farsi aiutare da un nipote.

È utile chiedere aiuto ai giovani per questi Condividere interessi, i giovani possono aiutare gli anziani a imparare come usare le console di gioco o i dispositivi mobili per giocare, raccomandare giochi adatti e magari possono giocare insieme agli anziani, creando un'esperienza condivisa che può rafforzare il legame tra le generazioni.

 

 


REGIONE LAZIO 

SANITA': MAXI PIANO DI ASSUNZIONI ALLA REGIONE LAZIO

“Il Servizio sanitario nazionale rappresenta oggi uno degli asset più importanti del Paese. Dal suo buon funzionamento passano la salute dei cittadini e la loro qualità di vita. Ogni giorno migliaia di donne e uomini si svegliano con l'obiettivo di garantire a tutti noi il diritto alla salute. Lo sappiamo bene, ed è per questo che abbiamo deciso di approvare uno dei più grandi investimenti degli ultimi anni sulla sanità pubblica”. Lo ha sottolineato il presidente Regione Lazio Francesco Rocca, incontrando i sindacati di categoria nella sede della Regione, oggi pomeriggio, con il direttore della Salute e integrazione sociosanitaria, Andrea Urbani, per annunciare il maxi-piano di assunzioni per il biennio 2024-25.

“Oltre 6.800 nuove assunzioni che, con le 2.500 approvate nelle ultime settimane dello scorso anno, diventano circa 9.300, più le 1300 per il Giubileo 2025. A queste bisogna aggiungere 1.500 stabilizzazioni, che si sommano alle 1600 già effettuate nel 2023. Uno sforzo di programmazione che, complessivamente, ha riguardato quasi 14mila operatori per un investimento da 661,5 milioni di euro. Una scommessa sul futuro”, ha spiegato Rocca ai sindacati. Per il governatore, “è una sfida di civiltà rispetto alle avverse condizioni in cui oggi operano migliaia di operatori sanitari, tecnici e amministrativi, con l'unico obiettivo di prendersi cura di noi cittadini nel momento che siamo più deboli, fragili e spaventati”.

“È una scelta forte e chiara, sostenuta da ingenti risorse pubbliche - rimarca Rocca - Un segnale di stima e di vicinanza ai nostri medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, ai tecnici e agli amministrativi. Una scelta che comporterà un incremento del 17% dell'attuale forza lavoro. Ma soprattutto una scelta che intende contribuire ad accrescere i servizi che i cittadini del Lazio meritano, insieme con la serenità dei nostri operatori”.

 

ROCCA: BASTA GRIDA DI DOLORE DA CHI FATICA AD AVERE L'ACCESSO ALLE CURE

Per questo "ho tenuto la delega alla sanità, per dare risposte a queste persone" ha detto il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.

E poi ha elencato il lavoro svolto in quest'ultimo periodo, ribadendo che non si smette mai, si sta sempre sul pezzo: "Abbiamo fatto scelte nette, investendo 1,2 miliardi sulla sicurezza, sull'antincendio e sull'antisismico. Abbiamo acquistato posti letto per alleggerire i pronto soccorso e ridurre i tempi di attesa. Abbiamo sbloccato migliaia di assunzioni per investire sul personale e sulla sanità pubblica e investito milioni sulle nuove tecnologie. Abbiamo chiesto ai privati accreditati tutte le agende per far sì che la Regione Lazio riprenda il governo clinico, gestisca le liste di attesa e le abbatta. Parliamo di oltre 4 milioni di prestazioni pagate dai cittadini e che da oggi vengono gestite dalla Regione".

 

SANITA', REGIONE LAZIO: SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO E' UNA PRIORITA'

Aumentano di 93 unità i tecnici della prevenzione, a cui si aggiungono 17 stabilizzazioni programmate.  

Finalmente un'azione concreta dopo anni di retorica, per riportare al centro la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro.

"L'obiettivo che ci siamo dati e per il quale stiamo lavorando incessantemente è mai più morti sul lavoro" ha detto risolutamente il governatore Rocca.

"Per questo i tecnici della prevenzione sono fondamentali: ci saranno più controlli e verifiche così da far rispettare le normative vigenti" ha concluso il presidente.

La tutela del diritto alla salute e alla sicurezza non possono essere negoziabili.

 

DI BLASI: "L'OSPEDALE DI TIVOLI RIAPRE IN ATTESA DEL NOT, SE NON E' LA SOLITA PROPAGANDA!"

Il dottor Aldo Di Blasi, primario radiologo, chiarisce i fatti in merito alla "graduale" riapertura dell'Ospedale San Giovanni Evangelista, nel quale ricordiamo era scoppiato un grave incendio nella notte fra l'8 e il 9 dicembre scorso, dove avevano perso la vita tre pazienti anziani, mentre altri 200 ricoverati erano stati sfollati in fretta dai vigili del fuoco e dagli stessi operatori sanitari, che ad oggi non hanno ancora ricevuto un adeguato riconoscimento per la celerità e la prontezza dei soccorsi. Sembra, infatti, che molti di loro abbiano portato in braccio e in spalla molti dei pazienti per portarli in salvo.

Dopo un cambio al vertice dell'Asl Roma 5, mesi di lavori di ristrutturazione e la magistratura che sta ancora indagando, riaprono i reparti di nefrologia, medicina, radiologia, psichiatria, immunoematologia e medicina trasfusionale.

Rientrati i medici dislocati temporaneamente presso altre strutture ospedaliere della capitale. Il dottor Di Blasi ha lodato l'attuale commissario straordinario, la dottoressa Silvia Cavalli che sta svolgendo con competenza il suo lavoro, accogliendo e ascoltando tutte le parti in causa.

L'Ospedale San Giovanni Evangelista è un Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione (DEA) di I livello, che serve un'area vastissima che va dai confini dell'Abruzzo fino a Frosinone, per un totale di 70 paesi. Significa che abitualmente si svolgono i servizi vitali "previsti dalla programmazione della rete ospedaliera".

Prossimo passo sarà il potenziamento della Rete Ictus e dell'unità di trattamento neurovascolare, poi il rafforzamento dell'oncologia, che necessita di personale con estrema urgenza e da tempo, nonostante fosse sotto gli occhi di tutti, e non ultima per importanza, la radiologia, coinvolta in prima linea dal pronto soccorso in poi.

Di Blasi ha sottolineato l'importanza dell'età di molte delle nostre strutture ospedaliere. Ad esempio, il palazzo dove risiede l'Ospedale di Tivoli in buona parte è del '600, un palazzo storico. Probabilmente per accogliere le nuove tecnologie (videoterminali per la telemedicina), i nuovi macchinari, i rifiuti, i trasporti, movimentazioni dei carichi, e mettere a norma secondo gli attuali standard di sicurezza, servono strutture nuove.

Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, nell'ambito dell'edilizia sanitaria, aveva diffuso una nota in gennaio che evidenziava di aver sbloccato l'intervento per la realizzazione del NOT, il Nuovo Ospedale Tiburtino, con 392 posti letto a fronte dei 261 dell'attuale vecchio ospedale di Tivoli, con uno stanziamento di 204 milioni di euro (194 a carico dello Stato, 1,5 mln a carico della Regione Lazio e 8,7 mln per la progettazione). "Ma magari! Mi piacerebbe non si trattasse della solita propaganda politica!" non ha perso tempo Di Blasi.

 

PROGETTO DI PROCREAZIONE ASSISTITA PER FAR FRONTE AL CALO DELLE NASCITE

Si chiama il "nido della cicogna" questo progetto a sostegno della natalità, per la promozione della riproduzione consapevole, la prevenzione dell'infertilità e la preservazione della fertilità femminile con lo screening per la ridotta riserva ovarica, presentato nei giorni scorsi dalla Regione Lazio, con tanto di star del cinema e della televisione come testimonial come Raoul Bova, Rocio Munoz Morales, Rosanna Banfi e Virginia Leoni, la dottoressa Arianna Pacchiarotti direttore del Centro PMA del San Filippo Neri ad illustrare le quattro fasi del progetto e il Commissario Straordinario della Asl Roma 1 Giuseppe Quintavalle. A portare i saluti istituzionali il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l'assessore alla Cultura e Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile Simona Renata Baldassarre.  

Il Centro per la Procreazione Medicalmente Assistita del San Filippo Neri, guidato dalla Dottoressa Pacchiarotti, costituisce un'eccellenza e una grande opportunità.

Il Lazio vive, come del resto l'intero Paese, una fase di profondo inverno demografico: ad un progressivo invecchiamento della popolazione non corrisponde un aumento del tasso di natalità. Già solo nella ASL Roma 1, come faceva notare il Commissario Straordinario Quintavalle, ci sono sei anziani per ogni bambino e il 49% di famiglie monopersonali.

"Le donne che ricorrono, per ragioni di tipo sanitario, alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) sono sempre più giovani. Questo è un dato che ci preoccupa e che ha convinto a sostenere questo progetto della ASL Roma 1 rivolto alla popolazione femminile e alle coppie che desiderano avere figli". Così il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.