30/10/2025
Il punto di Pompeo Mannone dell’ultimo numero di "Ultimissime da Via Po, 19"
Dopo 8
anni aumentano il numero di prestazioni sanitarie a disposizione dei cittadini
e si rilancia la messa in sicurezza degli ospedali
A distanza di otto anni, nei
giorni scorsi, la Conferenza Stato-Regioni ha dato parere favorevole al Dpcm
che aggiorna i Livelli essenziali di assistenza (Lea), definendo così un
pacchetto di prestazioni sanitarie più ampio e innovativo rispetto al passato.
Sono stati introdotti
principalmente nuovi screening oncologici e neonatali, test genetici,
interventi specifici sulla salute mentale e ampliate le esenzioni per patologie
croniche e rare.
La linea tracciata è una
strategia comune per garantire uniformità nell’erogazione dei servizi di
assistenza ai pazienti cronici in tutto il territorio nazionale.
Le malattie croniche infatti,
soprattutto per gli anziani, rappresentano la principale sfida di salute
pubblica per l’impatto sulla mortalità, la disabilità e la qualità della vita.
L’obiettivo del Piano dei Lea è
rafforzare i modelli di presa in carico centrati sulla persona e sulla
continuità assistenziale, promuovendo l’integrazione tra medicina territoriale,
specialistica e sociale.
Una buona notizia perché almeno sulla
carta è un passo avanti importante per rispondere in modo adeguato ai bisogni
di salute dei cittadini.
Tuttavia già emergono le prime
critiche da parte delle Regioni, in particolare quella relativa al fatto
che l’aggiornamento è stato approvato senza
una copertura finanziaria aggiuntiva e senza prevederne neanche
approssimativamente i costi per la sua attuazione.
Auspichiamo che nella nostra
Regione i nuovi LEA possano essere applicati non appena saranno esecutivi.
Nel Lazio Importanti
miglioramenti ci sono stati nelle liste d’attesa e sui tempi di sosta nei
pronto soccorso prima del posto letto.
Ulteriore difficoltà le Regioni
lo manifestano riguardo l’attuazione del DM 77/2022, che definisce i nuovi
standard dell’assistenza territoriale, la cui realizzazione concreta assume per
la cittadinanza importanza vitale.
Infine, nella medesima conferenza Stato-Regioni
dello scorso 23 ottobre sono stati reintegrati i fondi alle regioni per
potenziare la sicurezza degli edifici ospedalieri.
Le Regioni pertanto potranno
proseguire gli interventi di adeguamento strutturale e sismico negli ospedali
che svolgono un ruolo essenziale di assistenza e soccorso.
In questo modo verrà garantita maggiore
sicurezza ai pazienti e al personale e dunque una migliore gestione delle
strutture sanitarie, di cui se ne ha molto bisogno.
In quanto pensionati siamo i
maggiori fruitori del servizio sanitario nazionale ed ogni buona novella che va
in direzione di migliorare le prestazioni socio sanitarie e la sicurezza delle
strutture sanitarie ci vede favorevolmente interessati.
Dobbiamo tuttavia vigilare che
tutto ciò che viene progettato sia realmente realizzato e soprattutto sia
conforme all’obiettivo prefissato.