Riforma della disabilità. Al via la seconda fase sperimentale

Riforma della disabilità. Al via la seconda fase sperimentale

27/09/2025



La riforma della disabilità, introdotta dal Decreto Legislativo n. 62/2024, costituisce una tappa fondamentale per il riordino complessivo della normativa in materia di disabilità.

Questa riforma ha l'obiettivo di riformulare l’accertamento della disabilità, migliorare la presa in carico delle persone interessate, semplificare le procedure e superare la frammentazione attuale tra i settori sanitario, sociosanitario e sociale.

Dal 1° gennaio 2025 la riforma è in fase sperimentale in nove province italiane. Dal 30 settembre 2025 inizia la seconda fase di sperimentazione che coinvolge ulteriori undici province e regioni autonome, estendendo il modello sperimentale a un totale di venti territori. La sperimentazione iniziale prevista per 12 mesi è stata prorogata a 24 mesi, con l’obiettivo di una piena applicazione nazionale dal 1° gennaio 2027.

Uno dei cambiamenti principali riguarda il procedimento di accertamento, che diventa centralizzato tramite l’INPS, ora unico ente competente per la valutazione della disabilità. Per attivare la pratica, sarà sufficiente trasmettere in modo telematico all’INPS il “certificato medico introduttivo”: non saranno necessari ulteriori adempimenti iniziali.

La sperimentazione estende inoltre la valutazione a nuove patologie, tra cui artrite reumatoide, cardiopatie, broncopatie e malattie oncologiche, oltre a quelle già comprese come disturbi dello spettro autistico, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla. I criteri di valutazione di base per alcune di queste patologie sperimentali sono stati definiti dal decreto ministeriale 27 giugno 2025 (DM n. 94/2025) e tengono conto delle differenze di genere ed età. Tra gli strumenti utilizzati vi è il questionario WHODAS 2.0, sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che misura la disabilità e la salute in modo standardizzato e indipendente dal contesto culturale o dalla specifica malattia, basandosi sulla classificazione internazionale ICF.

Prima della riforma, il riconoscimento della disabilità, invalidità civile o handicap (come previsto dalla Legge 104) richiedeva passaggi più complessi, con certificati, domande specifiche, visite sanitarie e valutazioni da parte di commissioni locali. Con l’entrata in vigore della riforma, invece, nelle province coinvolte la domanda inizierà esclusivamente con il certificato medico introduttivo trasmesso telematicamente all’INPS, dando così avvio a un percorso strutturato che prevede la valutazione di base, la valutazione multidimensionale e la definizione di un progetto di vita personalizzato.

Perché questa riforma possa essere realmente efficace, è fondamentale che le nuove modalità operative non siano solo una semplificazione formale delle procedure, ma che i criteri di valutazione riflettano davvero le specifiche esigenze delle persone, tenendo conto di elementi come l’età, il genere e la presenza di più condizioni di salute contemporanee. Per questo motivo, i territori coinvolti dovranno adeguare le proprie strutture e i medici certificatori dovranno aggiornarsi e formarsi sui nuovi criteri condivisi. Anche la digitalizzazione delle procedure dovrà risultare efficiente e accessibile.

La sperimentazione iniziale della riforma, prevista per 12 mesi, è stata estesa a 24 mesi, e l’entrata in vigore definitiva e nazionale del nuovo sistema è stata rinviata al 1° gennaio 2027, per consentire un’implementazione graduale e coordinata su tutto il territorio italiano.

Questa riforma presenta indubbi aspetti positivi, ma il ritardo dell’applicazione completa all’intera nazione ne ritarda i vantaggi creando una  disomogeneità di benefici tra i cittadini dei vari territori nazionali.