11/09/2025
Il punto di Pompeo Mannone dell’ultimo numero di "Ultimissime da Via Po, 19"
Il Parlamento ha prorogato di un anno i termini per la revisione del sistema fiscale.
Un tema molto importante per
tutti gli italiani e per noi pensionati è la riforma del fisco.
Si aprirà nelle
prossime settimane una fase complessa, trattasi di fatto di un’altra sfida che
abbiamo di fronte è che affronteremo nelle fasi di confronto della
predisposizione della legge di bilancio.
A tale riguardo,
sul fisco, non possiamo più sopportare un altro bonus a chi evade le tasse. Non
si può alimentare infatti, la perversa ed ingiusta convinzione che in Italia,
converrebbe non pagare le tasse, tanto prima o poi un condono arriva. Questo è
infatti, è il messaggio anche culturale nonché economico-fiscale che è stato
lanciato ai lavoratori autonomi con l’ennesimo recente concordato fiscale.
Come si può
intuire è un pugno nello stomaco per i milioni di contribuenti onesti, al danno
per lo Stato si aggiunge, infine, la beffa per pensionati e cittadini che
pagano le tasse alla fonte.
È un brutto
messaggio per chi paga le tasse, come noi pensionati. Si chiedono sacrifici ai
pensionati ma si regala tanto, invece, agli evasori fiscali. Questa è la cruda
realtà.
Tutti debbono
sapere che i servizi pubblici (ospedali, posti letto, assistenza sociale,
scuola sicurezza, ecc.) sono finanziati dalle tasse e se non si partecipa tutti
con equità e progressività al sistema fiscale si produce un danno a tutta la
Comunità.
La “favola” poi,
che la lotta concreta all’evasione non sia possibile e non si può ottenere, non
è credibile. I dati informatici dei
contribuenti e l’incrocio degli stessi con l’ausilio delle varie fonti
tecnologiche di banche dati, sono ormai alla portata degli Uffici preposti e
della Guardia di Finanza. Questione quindi di sola volontà.
Abbiamo capito
da tempo che il problema non è tecnico ma squisitamente politico.
Rivendichiamo
con forza la lotta seria all’evasione fiscale, perché l’evasione è un furto a
tutti noi, in particolare ai soggetti più deboli e più fragili.
La nostra Segretaria Generale Daniela Fumarola ha chiesto al Governo
di essere convocati velocemente per un confronto anche su questo tema. Il focus
della nostra attenzione è sempre quello: il ceto medio, composto da famiglie e
pensionati che hanno sofferto e stanno soffrendo molto a causa di una alta
pressione fiscale.
Abbiamo chiesto,
come CISL, che l’Irpef passi dal 35% al 32% per redditi fino a 60.000 euro. Non
si tratta solo di tagliare tre punti percentuale, ma di ridare respiro a chi ha
visto erodere il proprio potere d’acquisto dall’inflazione e dall’aumento del
costo della vita.
La nostra rivendicazione è semplice e netta: serve una tassazione
equa, che non scarichi il peso della manovra sui più deboli, che difenda il
reddito dei pensionati, i più tassati in Europa. Vogliamo una riforma fiscale
costruita insieme, con la concertazione, con responsabilità e giustizia
sociale.