Demenze: aumentare i percorsi riabilitativi

Demenze: aumentare i percorsi riabilitativi

24/11/2025





Il Rapporto mondiale sull’Alzheimer 2025, pubblicato da ADI in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer, mette in luce il ruolo cruciale della riabilitazione come intervento non farmacologico per le persone con demenza. Nonostante l’aumento dei casi (55 milioni nel 2019 e una stima di 139 milioni entro il 2050), l’accesso a percorsi riabilitativi rimane limitato, pur essendo scientificamente dimostrata la loro efficacia.

La riabilitazione si basa su interventi personalizzati che mirano a mantenere le abilità residue, recuperare funzioni compromesse e adattarsi ai cambiamenti, migliorando così la qualità della vita, riducendo la disabilità e promuovendo autonomia e partecipazione sociale. Studi evidenziano come programmi riabilitativi mirati permettano alle persone con demenza di conservare capacità funzionali più a lungo e ritardare il ricorso a strutture residenziali o assistenza a lungo termine.

Il Rapporto propone di superare la tradizionale visione della demenza come malattia irreversibile e progressiva, focalizzandosi non solo sui deficit ma sulle capacità residue e potenzialità della persona. La riabilitazione si fonda su tre pilastri fondamentali: una valutazione olistica che considera abilità cognitive, fisiche, emotive e sociali e il contesto ambientale; un approccio basato su obiettivi SMART (Specifici, Misurabili, Raggiungibili, Rilevanti, Temporizzati) per definire traguardi concreti e motivanti; e un monitoraggio continuo che adatta il percorso in base ai progressi e alle necessità evolutive della malattia.

Questo processo è collaborativo e coinvolge non solo professionisti ma anche familiari e caregiver, essenziali dato che il 70% delle persone con demenza vive a casa con un assistente familiare.

Le strategie riabilitative quotidiane includono l’adattamento dell’ambiente domestico per facilitare l’autonomia, la riabilitazione cognitiva con tecniche compensative, l’uso di tecnologie assistive (da semplici strumenti a app digitali), e programmi di attività fisica per prevenire cadute e migliorare il benessere globale. La partecipazione attiva dei caregiver è considerata parte integrante del percorso.

Il Rapporto sottolinea l’importanza di adattare la riabilitazione ai diversi contesti: a casa con programmi individuali, nelle comunità tramite centri diurni e servizi territoriali, e nelle strutture residenziali privilegiando un modello di assistenza focalizzato sulle capacità residue (function-focused care), che stimoli l’autonomia.

Tuttavia, l’accesso alla riabilitazione è ancora limitato a causa di diverse barriere. Solo un quarto degli Stati membri dell’OMS ha piani nazionali per la demenza, e in due terzi di questi la riabilitazione è citata solo marginalmente. Le migliori pratiche si concentrano in Paesi ad alto reddito, mentre in contesti meno ricchi i servizi sono spesso scarsi o assenti. Inoltre, stigma, mancanza di consapevolezza, barriere culturali e linguistiche, e carenza di formazione specifica tra i professionisti frenano l’adozione diffusa.

Dal punto di vista economico, i costi globali della demenza sono stimati in circa 1,3 trilioni di dollari e potrebbero raddoppiare entro il 2030. La riabilitazione si configura come un investimento strategico: se ben integrata nei sistemi sanitari, può ridurre ospedalizzazioni, ricoveri e costi assistenziali, portando benefici per le persone, le famiglie e la sostenibilità dei sistemi sanitari.

Alcuni Paesi hanno già iniziato a sperimentare modelli innovativi ma il Rapporto chiede per tutti un cambio di paradigma culturale: la demenza va vista non solo come declino, ma come una condizione che consente di vivere con dignità, autonomia e qualità. La riabilitazione deve essere riconosciuta come un diritto universale, integrata nella copertura sanitaria e nella vita quotidiana.

Per questo è cruciale aumentare la consapevolezza sociale, coinvolgere caregiver, professionisti e comunità, e investire nella formazione specializzata per migliorare le competenze nel campo. Solo un impegno collettivo e coordinato tra governi, operatori sanitari, famiglie e comunità potrà rendere la riabilitazione un pilastro fondamentale nella risposta globale alla sfida della demenza.


Fonte: pensionati.cisl.it