23/11/2025
Il Rapporto 2026 sui servizi sociosanitari dei comuni italiani offre
un’analisi dettagliata della spesa sociosanitaria e sociale in Italia,
sottolineando come i servizi di welfare territoriale si siano evoluti e come i
comuni svolgano un ruolo chiave nel garantire vicinanza, equità e coesione
sociale. Questi sono protagonisti grazie alla loro capacità di interpretare i
bisogni delle comunità locali e coordinare gli interventi sociosanitari,
facendo così la rete più efficiente e inclusiva.
Il rapporto arriva in
un momento cruciale per il sistema sociosanitario italiano, poiché
l’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e le
nuove vulnerabilità sociali richiedono un cambiamento di paradigma basato su un
approccio unificato. L’analisi mostra come l’integrazione tra sanità e welfare
locale non sia più un obiettivo futuro, ma una condizione necessaria per la
sostenibilità del sistema sanitario nazionale e per il benessere delle
comunità.
I dati indicano che
la spesa sociosanitaria pubblica si aggira tra 45,7 e 47,3 miliardi di euro,
con la maggior parte delle risorse destinata ai servizi per anziani non
autosufficienti e persone con disabilità. Circa il 42% delle risorse è
impiegato in strutture residenziali e semiresidenziali, mentre il 25% è
destinato ai servizi domiciliari e territoriali.
Si riscontrano però
importanti differenze regionali: il Nord registra una spesa pro capite più
alta, superiore ai 40 euro, mentre nel Mezzogiorno si resta sotto i 25 euro. Le
aree metropolitane e i piccoli comuni presentano inoltre modelli di intervento
diversi, spesso legati alla capacità amministrativa e alla disponibilità di
personale. Nel 2022 i comuni italiani hanno investito 8,86 miliardi di euro nei
servizi sociali, pari allo 0,46% del PIL nazionale, con una crescita
significativa rispetto agli anni precedenti.
La spesa si concentra
principalmente su famiglia e minori (37,3%) e disabilità (27,5%), mentre gli
interventi per gli anziani registrano un lieve calo del 2,3%, suggerendo la
necessità di un riequilibrio verso bisogni emergenti. Cresce invece la spesa
per povertà e disagio adulto, che ha superato gli 800 milioni di euro, più del
doppio rispetto al periodo pre-pandemia.
Il rapporto
sottolinea l’importanza di superare una visione frammentata dei servizi
sociosanitari, promuovendo la connessione tra istituzioni, professionisti e cittadini.
È necessario costruire una narrazione positiva del sistema sanitario nazionale,
focalizzata sulla trasformazione, la vicinanza e la fiducia. Le amministrazioni
locali, insieme alle aziende sanitarie e al terzo settore, stanno già lavorando
per un nuovo modello di welfare basato sulla cura della comunità, la
partecipazione e la responsabilità condivisa. Questo è il vero significato
dell’integrazione sociosanitaria sostenuta da tempo a livello nazionale.
Per noi della FNP è
di cruciale importanza l'integrazione sociosanitaria per migliorare la qualità
di vita degli anziani e delle persone con fragilità. È fondamentale che le
politiche locali sostengano maggiormente l’assistenza domiciliare e i servizi
territoriali, evitando un eccessivo affidamento alle strutture residenziali. In
questo senso, invitiamo a rafforzare il coinvolgimento dei comuni, delle
aziende sanitarie e del terzo settore per costruire un welfare comunitario
efficiente, equo e sostenibile, capace di rispondere alle reali esigenze di chi
vive situazioni di fragilità.
Occorre investire in
risorse umane qualificate, valorizzando il lavoro di badanti e operatori
sociosanitari, nonché migliorare la formazione e la tutela dei caregiver
familiari. Solo così si potrà rendere concreta la visione di un sistema
integrato “One Health”, che metta al centro la persona e la sua rete di
relazioni sociali, garantendo prossimità e continuità di cura anche in contesti
territoriali più difficili.
Per la FNP, ed anche
per la CISL, una sanità pubblica innovativa e inclusiva passa dalla
collaborazione tra tutti gli attori locali e dalla partecipazione attiva dei
cittadini, per costruire un welfare che non lasci indietro nessuno,
specialmente gli anziani e le fasce più vulnerabili della società.