24/10/2025
Occorre rafforzare la contrattazione collettiva per migliorare qualità dell’occupazione e crescita produttiva”
“Le anticipazioni rese dal Governo in conferenza stampa ci
hanno portato a esprimere un giudizio complessivamente positivo sulla Manovra.
Non mancano misure importanti, che recepiscono richieste Cisl, ma alla luce dei
contenuti del testo finale e ‘bollinato’ dalla Ragioneria di Stato, dobbiamo
rilevare anche diversi fronti di forte criticità, a partire dal fatto che non
si rifinanzi già nel testo governativo il fondo per la Legge 76 sulla
partecipazione. Una scelta preoccupante. Non la sola”. Lo dichiara la
Segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola conversando con l’Agi, a
margine del Global Welfare Summit, esprimendo forte preoccupazione per alcuni
elementi emersi nel testo definitivo del Ddl Bilancio. “L’operazione di sgravio
sugli adeguamenti nel Ccnl, per esempio, – ha osservato – non solo esclude nei
fatti intere categorie come metalmeccanici e commercio, ma nell’omettere il
riferimento ai contratti comparativamente più rappresentativi apre ad accordi
siglati da pseudo-sindacati senza alcuna rappresentanza”.
“Mancano risorse sulla Scuola, – prosegue Fumarola – un
chiaro segnale sulle dotazioni necessarie per rinnovare il contratto Istruzione
e Ricerca e per rilanciare la contrattazione decentrata nella Pa. Non c’e’
nulla o quasi sul fronte pensionistico, dove chiediamo uno sforzo maggiore
almeno sulle pensioni minime e su Opzione Donna. Sono temi da affrontare
immediatamente nelle dinamiche parlamentari, e su cui ci aspettiamo affidamenti
forti da parte delle forze politiche“.
Per questo, sottolinea ancora Fumarola, nelle prossime ore
“la Cisl chiederà formalmente di incontrare i gruppi parlamentari del Senato,
dove sarà incardinato il ddl. Siamo consapevoli delle limitate risorse, ed e’
evidente che I problemi del Paese non si risolvono con una Manovra, peraltro
alleggerita dai vincoli del Patto di Stabilita’ Ue. Ma proprio i margini
limitati di azione devono convincere Governo e maggioranza a convergere e
concentrare l’intervento su nodi giusti, condivisi dalle forze sociali
riformiste, capaci di legare incrementi delle retribuzioni, maggiore crescita e
produttività e coesione sociale. Su questa impostazione e su questi contenuti –
conclude – ci aspettiamo risposte concrete”.
E intervenendo al Global Welfare Summit, in corso a Roma, la
leader della Cisl si è poi espressa sula salario minimo legale e sulla
necessità di rimettere al centro la cultura della contrattazione tornando a
toccare il tema della partecipazione: ”In Italia la copertura dei contratti
collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più
rappresentative raggiunge circa il 90-95%. È per questo motivo che, come
abbiamo più volte ribadito, riteniamo non necessario introdurre un salario
minimo legale: esiste già una rete contrattuale ampia ed efficace. La priorità,
piuttosto, è riportare all’interno di questa copertura le categorie che oggi ne
restano escluse, rafforzando così il ruolo della contrattazione collettiva”.
”Rimettere al centro la cultura della contrattazione – ha
proseguito Fumarola – significa riconoscere pienamente il valore dei corpi
intermedi e delle organizzazioni sindacali e professionali. In questa
direzione, è fondamentale proseguire il lavoro avviato dal Cnel, volto alla
riorganizzazione dei contratti e, soprattutto, alla loro valutazione nel
merito. Dei circa mille contratti depositati, solo 250 possono essere
considerati di qualità, sottoscritti da soggetti realmente rappresentativi. Il
resto rappresenta una forma di dumping contrattuale che danneggia sia i
lavoratori che le imprese. E’ necessario rinnovare tutti i contratti pubblici e
privati, che contengono tutele e diritti fondamentali per la crescita della
produttività e dei salari”
“Abbiamo potuto verificare che, laddove la partecipazione si
è realizzata, ha generato maggiore produttività, ma anche una più forte
consapevolezza collettiva. Aumentare la produttività significa salari più alti,
più attenzione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, È cresciuta anche
la capacità di contrattare forme di welfare più vicine alle esigenze delle
persone. La partecipazione, laddove si è realizzata, ha inoltre meglio
qualificato lavoratori ed imprese. Ecco perché bisogna puntare con decisione su
una contrattazione di secondo livello flessibile, partecipata e di qualità,
costruendo insieme il futuro del lavoro”.
”Oggi il nostro Paese non ha un problema di quantità di
lavoro: gli occupati hanno raggiunto livelli mai registrati nella storia
repubblicana. Il vero nodo è la qualità del lavoro, che significa applicazione
corretta dei contratti riconosciuti, ma anche investimenti in formazione e
competenze. Innovazione e formazione devono camminare insieme: formare i
lavoratori alle nuove tecnologie, anche all’intelligenza artificiale, significa
renderli protagonisti dei processi produttivi e promuovere anche la partecipazione.
La produttività non cresce per decreto: cresce se si investe nelle persone, se
si rafforzano le competenze dei lavoratori e delle lavoratrici, consentendo
alle imprese di innovare e competere”.
fonte: cisl.it