La Relazione 2025 del Cnel sul Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) presenta un quadro complesso. Nonostante i progressi negli indicatori di salute e nella digitalizzazione favorita dal Pnrr, la soddisfazione dei cittadini resta bassa, al 48%, tra le più basse in Europa. Il rapporto evidenzia profonde disuguaglianze territoriali e sociali, con un divario di due anni di aspettativa di vita tra Nord e Sud e differenze significative nell’accesso alle cure e nella qualità dell’assistenza.
La speranza di vita, nel 2024, è cresciuta superando i valori pre-pandemia, e migliorano anche la mortalità per tumori e la salute mentale giovanile. Tuttavia, in molte regioni meridionali come la Campania, la qualità dell’assistenza è ancora inferiore, e le persone con basso livello di istruzione hanno un rischio di morte più elevato.
La Relazione denuncia ritardi nella prevenzione primaria e nella sanità territoriale, elementi fondamentali per ridurre la mortalità evitabile. Solo nove regioni superano il test di resilienza sulla sostenibilità sanitaria.
Sul fronte digitale, il Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 è stato largamente adottato da medici e aziende sanitarie, ma solo una minoranza di cittadini lo usa attivamente, evidenziando un gap di alfabetizzazione digitale.
Il finanziamento pubblico del sistema è inferiore alla media europea, con un costante aumento della spesa privata, che ora copre un quarto dei costi sanitari.
Il personale sanitario, circa 580.000 persone, ha ottenuto incrementi salariali e misure di supporto, inclusi benefici per chi subisce aggressioni, un fenomeno in crescita.
Infine, si riconosce il valore della pratica sportiva nella prevenzione e riabilitazione, ma sussistono ancora forti disuguaglianze di accesso e carenze nel coordinamento.
Il Cnel invita a rafforzare gli investimenti e trasformare l’innovazione in miglioramenti concreti e uniformi, per garantire un diritto alla salute effettivo per tutti i cittadini.
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