UPB: Presentata un’Audizione sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica

UPB: Presentata un’Audizione sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica

05/08/2025



L’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) ha evidenziato come la transizione demografica che sta attraversando l’Italia comporta una riduzione della popolazione, un invecchiamento marcato e una profonda alterazione della struttura per età.

Secondo le più recenti proiezioni Istat, la popolazione continuerà a calare anche nei prossimi decenni, fenomeno solo parzialmente contenuto dai flussi migratori, insufficienti comunque a compensare il saldo naturale negativo. La quota di giovani (0-30 anni) si riduce, quella degli anziani (over65) cresce e i baby boomers stanno passando in massa all’età pensionabile.

Conseguenze economiche e sociali principali

Il calo della popolazione in età lavorativa e lo sbilanciamento verso classi più anziane riducono il potenziale di crescita del Pil. Negli ultimi vent’anni, l’aumento dell’occupazione è dipeso soprattutto dai lavoratori più anziani (50-64 anni) e in misura minore dalle donne adulte, mentre il contributo dei giovani è stato negativo. È sostanziale,  secondo l’UPB, accrescere la partecipazione al mercato del lavoro soprattutto di donne e giovani, migliorando l’istruzione e rimuovendo ostacoli strutturali all’occupazione.

Sempre secondo l’UPB le proiezioni indicano che la spesa legata all’invecchiamento in Italia raggiungerà il picco, in rapporto al Pil, intorno al 2040 per poi stabilizzarsi o calare leggermente, grazie all’entrata a regime del sistema contributivo e all’adeguamento automatico dell’età pensionabile alle aspettative di vita. Tuttavia, permane il rischio di inadeguatezza delle pensioni per chi avrà carriere lavorative discontinue e salari bassi.

Si prevede una crescita della spesa sanitaria e assistenziale, trainata soprattutto dal maggior fabbisogno di cure per la popolazione anziana e dalla necessità di rafforzare i servizi pubblici di assistenza, anche per compensare la diminuzione dei sostegni familiari informali. Le pressioni sulle spese sanitarie e assistenziali dovranno essere gestite attentamente nella programmazione pubblica per evitare effetti negativi sulla sostenibilità del debito pubblico nel lungo periodo.

I flussi migratori, soprattutto di giovani qualificati verso l’estero e fra Sud e Nord Italia, accentuano i divari territoriali e il rischio di spopolamento di alcune aree. La perdita di capitale umano aggrava ulteriormente la contrazione della forza lavoro e della produttività.

Secondo le simulazioni UPB, scenari di riduzione dell’immigrazione o blocco dell’età di pensionamento peggiorerebbero il rapporto debito/Pil. Il mantenimento degli automatismi nell’età pensionabile e una politica attiva per attrarre e valorizzare forza lavoro sono ritenuti indispensabili per conservare la sostenibilità della finanza pubblica nel nuovo quadro delle regole europee.

L’Ufficio suggerisce di potenziare i meccanismi di partecipazione al lavoro, soprattutto per giovani e donne, garantire carriere lavorative più lunghe, stabili e ben remunerate per assicurare pensioni future adeguate, pianificare un rafforzamento dei servizi sanitari e assistenziali, coordinando l’evoluzione della spesa pubblica con gli obiettivi di equilibrio di bilancio, migliorare la trasparenza e il monitoraggio delle riforme dei sistemi pensionistico, sanitario e di assistenza.

In sintesi, la transizione demografica richiede politiche integrate e tempestive per garantire la sostenibilità della crescita economica e della spesa pubblica, sostenendo contestualmente la coesione sociale e riducendo i rischi di esclusione derivanti dal mutato quadro demografico.