Nonsolo Irpef. Anche la Addizionali comunali pesano sulle nostre tasche

Nonsolo Irpef. Anche la Addizionali comunali pesano sulle nostre tasche

23/07/2025



Sintesi della nota CISL sulle addizionali comunali

Nel 2024 il gettito dell'addizionale comunale ha raggiunto 6,1 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 5,6 miliardi del 2023 e quasi il triplo rispetto al 2007 (2,2 miliardi). La quasi totalità del gettito proviene da lavoratori e pensionati. Una tassazione crescente su redditi stabili comporta una riduzione del potere d'acquisto, penalizzando in particolare chi ha redditi più bassi.

Il dibattito pubblico presta più attenzione al fisco statale (es. Irpef), mentre la fiscalità locale (addizionali, Imu, Tari) pur incidendo in modo significativo è spesso trascurata nella percezione generale.

Effetti sul sistema economico e struttura dell'imposta

La Manovra fiscale del 2011 ha favorito la crescita delle imposte locali mantenendo invariato l’impianto dell’Irpef statale. L’aumento della pressione fiscale locale ha avuto effetti depressivi su consumi, Pil e occupazione.

L’addizionale comunale è esentata per chi non paga l’Irpef. L’aliquota massima per legge è dello 0,8% (con possibilità di superamento fino a 1,2% per alcuni Comuni con disavanzo rilevante). E il comune può scegliere tra aliquota unica o scala progressiva (3 o 4 scaglioni fino al 2026). Si possono anche determinare della fasce esenti in base a specifici requisiti reddituali.

Nei capoluoghi la tendenza è verso le aliquote massime: 14 capoluoghi applicano l’aliquota massima o superiore, solo Trento e Bolzano non applicano addizionali. Firenze applica la più bassa (0,2%) con esenzione fino a 25.000 euro. Roma, Napoli, Torino, Genova e Palermo applicano una super addizionale (oltre lo 0,8%) per risanare i debiti. Per quanto riguarda le Fasce esenti Milano, pur con aliquota massima, esenta redditi fino a 23.000 euro mentre a Firenze l’esenzione è fino a 25.000 euro.

Va poi considerato l’effetto sommatoria: addizionale comunale + regionale. Ad esempio per un reddito di 15.000 euro, a Milano si versano 185 euro sommando l’addizionale comunale più regionale, mentre a Napoli 410 euro. Con 28.000 euro di reddito, i valori variano da 455 euro (Firenze) a 925 euro (Napoli). E con 100.000 euro di reddito si arriva a pagare quasi 4.000 euro di addizionali a Napoli.

L’imposizione cresce notevolmente oltre i 28.000 euro di reddito. L’incidenza percentuale delle addizionali oscilla dall’1,4% (Firenze, 15.000 euro) al 4% (Napoli, 100.000 euro).

Per la CISL occorre intervenire con la riforma fiscale. Vanno fatti decreti legislativi specifici per le fiscalità regionali e comunali entro il 2025, concertando con le parti sociali. Inoltre bisogna evitare aggravi per lavoratori e pensionati senza nuovi aumenti fiscali su queste categorie, prevedendo meccanismi di riequilibrio tra imposizione statale e locale.

La Cisl considera essenziale il dialogo e la contrattazione con i Comuni per limitare il peso delle addizionali, garantire una gestione ordinata dei bilanci e salvaguardare i servizi sociali.

Inoltre occorre puntare su una lotta più efficace all’evasione dell’Irpef, concentrata soprattutto tra autonomi e imprese.

In sintesi, la CISL sottolinea la necessità di riequilibrare la fiscalità locale, proteggerne l’equità e garantire tutela e potere d’acquisto per lavoratori e pensionati.

 fonte: Cisl

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