31/05/2025
Il 31 maggio è un'occasione per riflettere ciò che il fumo provoca in particolare alla popolazione anziana.
In Italia secondo i dati al 2021-2022, il 62% degli anziani non fuma,
mentre una quota significativa è costituita da ex fumatori. Nel Lazio i fumatori rappresentano circa il 7%
della popolazione contro una media nazionale di circa il 10%.
Sappiamo che il fumo tra gli anziani rappresenta comunque un
fattore di rischio importante, poiché è responsabile di una quota rilevante di
mortalità per malattie croniche: circa il 16% dei decessi tra gli uomini
italiani è attribuibile al fumo, con un trend in diminuzione, mentre nelle
donne il dato è del 5%, ma in aumento.
In sintesi, tra gli anziani italiani si osserva una prevalenza
relativamente bassa di fumatori attivi, con una larga parte che ha smesso di
fumare, ma il fumo rimane un fattore di rischio sanitario significativo in
questa fascia di età.
I rischi specifici per la salute degli anziani sono molteplici e
particolarmente gravi, poiché il tabacco aggrava condizioni già compromesse
dall’età avanzata:
- Aumento del rischio di fragilità fisica: Gli anziani fumatori hanno una probabilità del
60% più alta di sviluppare fragilità, intesa come perdita di robustezza e
risorse fisiche, che li rende più vulnerabili a disabilità, malattie e
infortuni come le cadute. Questo rischio persiste anche dopo aver
considerato altri fattori come età e condizioni socio-economiche.
- Peggioramento di malattie croniche: Il fumo peggiora patologie tipiche dell’età avanzata, come malattie
cardiovascolari, respiratorie e metaboliche, aumentando la mortalità
prematura. I fumatori anziani hanno un rischio di morte prematura circa
2,7 volte superiore rispetto ai non fumatori.
- Danni cardiovascolari: Il
fumo favorisce l’aterosclerosi, la pressione alta e aumenta il rischio di
infarti, aritmie, ictus ischemici ed emorragici. Questi effetti sono
amplificati negli anziani, che spesso presentano altri fattori di rischio
come diabete e ipertensione.
- Danno polmonare e respiratorio: Il
fumo causa e aggrava malattie respiratorie croniche, come la
broncopneumopatia cronica ostruttiva, con sintomi iniziali spesso
sottovalutati (tosse, catarro, mancanza di respiro).
- Effetti sul cervello: Il
fumo accelera il declino cognitivo e aumenta il rischio di demenza
vascolare. Anche se alcuni studi suggeriscono un effetto protettivo della
nicotina su Alzheimer e Parkinson, il danno vascolare cerebrale causato
dal fumo può provocare microinfarti e neurodegenerazione.
- Invecchiamento precoce e danni cellulari: Il fumo induce stress ossidativo e
infiammazione, danneggiando la pelle e i tessuti e accelerando il processo
di invecchiamento cellulare, riducendo la capacità di autoriparazione del
corpo.
In sintesi, il fumo in età avanzata non solo aumenta il rischio di malattie
gravi e mortalità, ma compromette anche la qualità della vita degli anziani,
favorendo fragilità e disabilità. Smettere di fumare, anche in età avanzata,
può portare benefici significativi e ridurre molti di questi rischi.