14/12/2025
Da metà dicembre
cambierà in modo significativo il ruolo delle farmacie nel sistema sanitario,
con ricadute concrete sulla vita quotidiana dei cittadini. Una nuova legge,
pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 3 dicembre (Legge 182/2025 “Disposizioni
per la semplificazione e la digitalizzazione dei procedimenti in materia di
attività economiche e di servizi a favore dei cittadini e delle imprese”.),
punta infatti a semplificare molte procedure e a rendere più vicini e
accessibili diversi servizi sanitari, valorizzando la farmacia come presidio di
prossimità sul territorio.
La prima novità
riguarda l’ampliamento delle prestazioni che potranno essere offerte in
farmacia. Oltre ai farmaci, le farmacie potranno gestire direttamente anche
alcuni dispositivi medici per le persone assistite a domicilio, in strutture
residenziali o semiresidenziali. Questo significa, in pratica, meno passaggi
tra uffici e strutture sanitarie e un punto unico di riferimento più semplice
da raggiungere, soprattutto per anziani e persone fragili.
Si rafforza anche la
possibilità di effettuare in farmacia analisi di base e test di prima istanza,
non solo quelli di “autocontrollo” già conosciuti da molti cittadini. A ciò si
aggiunge un ampliamento importante delle vaccinazioni: in farmacia non si
faranno più solo i vaccini antinfluenzali e contro il Covid, ma anche altri
vaccini previsti dal Piano nazionale di prevenzione, e potranno accedervi i
ragazzi a partire dai 12 anni, non più solo i maggiorenni.
Un altro aspetto
riguarda la prevenzione e l’uso appropriato dei farmaci. In farmacia potranno
infatti essere effettuati test diagnostici rapidi a supporto dei medici di
famiglia e dei pediatri, per aiutarli a prescrivere correttamente le terapie e
contribuire così alla lotta contro l’abuso di antibiotici. Le farmacie potranno
inoltre offrire servizi di telemedicina, come referti o monitoraggi a distanza,
nel rispetto delle linee guida nazionali, ed effettuare test di screening per
individuare l’epatite C.
Per rendere questi
servizi più accessibili e ben organizzati, la legge prevede che le farmacie
possano utilizzare anche locali separati rispetto al punto vendita
tradizionale, purché non vi si svolga vendita di farmaci o prodotti. In questi
spazi dedicati si potranno erogare servizi sanitari in modo più riservato e
funzionale, previa autorizzazione dell’autorità sanitaria competente.
All’esterno, un’insegna con la dicitura “Farmacia dei servizi” aiuterà i
cittadini a riconoscere subito dove si offrono queste prestazioni, anche quando
più farmacie decidono di unirsi in rete e condividere gli stessi locali.
La legge interviene
anche su un aspetto molto sentito dai pazienti cronici: la gestione delle
ricette ripetute. Per chi deve assumere farmaci a lungo termine, la ricetta
elettronica potrà ora coprire fino a 12 mesi, con indicazione della posologia e
del numero di confezioni previste nel tempo. Questo ridurrà le visite solo
burocratiche dal medico e renderà più lineare il percorso di cura. Il
farmacista, al momento della dispensazione, avrà un ruolo ancora più forte di
“consulente”: dovrà spiegare con chiarezza come assumere i farmaci e
consegnare, di volta in volta, una quantità sufficiente per 30 giorni di
terapia, segnalando al medico eventuali difficoltà del paziente nel seguire
correttamente la cura.
Ci sono semplificazioni anche per chi esce dall’ospedale o dal pronto
soccorso. Con la documentazione di dimissione o il referto del pronto soccorso,
la farmacia potrà consegnare subito i medicinali necessari nei giorni
successivi, evitando interruzioni delle terapie e passaggi aggiuntivi dal
medico. Un decreto attuativo del Ministero della Salute dovrà ora definire le
modalità pratiche di applicazione, garantendo che le novità non comportino
costi aggiuntivi per la finanza pubblica.
Infine, la legge
interviene anche sul problema, sempre più frequente, della carenza di
medicinali, modificando alcune regole relative alle comunicazioni delle aziende
farmaceutiche alle autorità di controllo. L’obiettivo è avere informazioni più
tempestive e responsabilizzare maggiormente i soggetti coinvolti, anche
attraverso sanzioni più incisive, per prevenire e gestire meglio le situazioni
in cui un medicinale rischia di non essere più disponibile sul mercato.