28/11/2025
Grandi fragilità si annidano nelle famiglie costrette a rinunce
Profonde
incertezze sul presente e sul futuro attanagliano la maggioranza delle famiglie
italiane. Numerose preoccupazioni si intersecano tra loro e determinano un
quadro di fragilità importante che ne mina la tenuta emotiva molto precaria a
fronte di difficoltà crescenti del vivere di ogni giorno.
A
volte infatti, questo equilibrio difficile da mantenere stabile sfocia in ansia
e depressione. Varie tensioni psichiche e materiali attraversano la vita
quotidiana, in particolare, i timori per la salute personale e dei propri
familiari e spese per le visite specialistiche private e per le cure, causa i
disservizi del servizio sanitario pubblico.
Non
solo, le tensioni aumentano in molti casi in funzione del gravoso e doveroso
compito di doversi prendere cura dei genitori non autosufficienti, che
necessitano di tempo e risorse economiche tali da garantire l’assistenza
necessaria in ragione delle criticità dei servizi sociosanitari.
Queste
circostanze si aggravano in funzione dei redditi delle famiglie generalmente
inadeguati rispetto al carovita.
La
condizione ancora più pesante è quella degli anziani il cui solo reddito è da
pensione ed i redditi pensionistici mediamente sono inferiori a mille euro
mensili. La situazione poi, assume toni drammatici quando rimane in famiglia
una persona sola, spesso donna e quindi con la pensione ancora più bassa del
proprio compagno.
Anche
le rinunce a talune cose che apparentemente possono essere considerate futili
oppure accessorie quali, il parrucchiere, una pizza, un cinema, un regalo ad un
familiare contribuiscono a determinare insoddisfazione, tristezza, incertezza e
quindi pessimismo del vivere.
Nel
Lazio, come in tutto il Paese, i redditi sia da lavoro che da pensione non sono
adeguati al caro vita derivante dall’inflazione e tra gli stessi vi è
significativa differenza tra uomo e donna in sfavore di quest’ultima come da
indagini svolte dalla Cisl Lazio.
E,
tutto ciò, naturalmente incide sulle difficoltose condizioni delle famiglie. Le
famiglie infatti, hanno tagliato molte spese, quelle delle cure sanitarie,
degli alimenti, della cura personale e del tempo libero.
Il problema è quello che la costrizione alle rinunce e le limitazioni
alla libertà di scelta producono scompensi esistenziali, psicologici in
particolare, i cui effetti, per altro, inevitabilmente incidono anche sul
servizio sanitario già de facto inadeguato ai mutamenti demografici da tempo in
atto.
La
Famiglia rappresenta il nucleo fondamentale della società e gli interventi
delle istituzioni debbono produrre più benessere alle famiglie. I progetti debbono
svilupparsi su un modello di sussidiarietà che sia, al tempo stesso, verticale
ed orizzontale, con particolare attenzione alla tutela dei più fragili.
A tale riguardo, recentemente abbiamo proposto alla Regione Lazio sui
caregiver familiari, di prevedere un giorno di riposo settimanale anche per
questa tipologia di “lavoratori” con personale qualificato per il sollievo
(OSS, educatori, ecc.) da finanziare attraverso ulteriori risorse regionali da
stanziare ad hoc.