27/06/2025
È stato pubblicato il 3° Paper del
Rapporto 2025 "Family (Net) Work – Laboratorio su casa, famiglia e lavoro
domestico". Si tratta di un rapporto annuale che esamina come il lavoro domestico si
evolve per adattarsi alle esigenze delle famiglie nel tempo.
Il paperanalizza la struttura
demografica del nostro Paese evidenziando che l’Italia è tra i Paesi più
anziani al mondo: nel 2025 gli over 65 sono oltre 14,5 milioni, pari al 24,7%
della popolazione, con una crescita significativa degli ultraottantenni (oltre
4,59 milioni). L’indice di vecchiaia è salito a 208 anziani ogni 100 giovani
sotto i 14 anni, rispetto ai 138 di vent’anni fa.
La speranza di vita a 65 anni è aumentata da 19,3 anni (2005) a 21,2
anni (2025) e le famiglie composte esclusivamente da anziani sono quasi 6,9
milioni (25,9% del totale), e oltre il 61% di queste è costituito da persone
sole. Tra gli ultraottantenni soli la quota sale al 79%.
Per quanto riguarda più prettamente il lavoro
domestico e di assistenza agli anziani, al 1° gennaio 2024, i lavoratori
domestici impiegati presso famiglie con almeno un over 65 sono 364.011, il 44%
del totale dei lavoratori domestici INPS; il 90,9% sono donne, di cui due terzi
straniere (prevalentemente romene, ucraine e filippine).
Solo il 4,5%
delle famiglie di anziani si avvale di colf o badanti, percentuale che sale al
7,9% tra gli ultraottantenni e all’11,6% nelle famiglie di soli ultra80enni con
più di un componente.
Il 56,4% riceve
assistenza da badanti, il 41% da colf, il 2,6% da entrambe le figure. Le
badanti sono in larga parte straniere (72,1%), mentre tra le colf la presenza
di italiane è più equilibrata.
L’impiego di
badanti è più diffuso nel Centro-Nord, quello di colf nel Centro-Sud.
Per il futuro si prevede che entro il
2028, il fabbisogno stimato di lavoratori domestici sarà di oltre 2 milioni e
74 mila unità (660 mila italiani e 1,414 milioni stranieri, il 68% del totale).
Ci si aspetta un
incremento di circa 86 mila lavoratori rispetto al 2025, con una media di
28.574 nuovi ingressi annui nel triennio 2026-2028, di cui 8.729 italiani e
19.845 stranieri (14.471 non comunitari).
Le regioni con
il maggior fabbisogno aggiuntivo sono Lombardia (+6.400 annui), Lazio (+5.600),
Campania (+3.000) e Veneto (+2.580).
Sfide e
prospettive.
Considerando che il settore è caratterizzato da un’elevata
incidenza di lavoro irregolare (circa il 50% degli addetti) e che l’invecchiamento
della popolazione e la diminuzione della popolazione attiva mettono sotto
pressione il sistema di welfare e la sostenibilità sociale, il rapporto evidenzia
la necessità di politiche migratorie mirate (Decreti Flussi) per programmare
l’ingresso di manodopera straniera, e di strategie per la qualificazione e la
regolarizzazione del lavoro domestico.
Tra le soluzioni
proposte: promozione del cohousing sociale, inclusione degli stranieri, e
misure di supporto alle famiglie e ai lavoratori domestici.
Il Rapporto
sottolinea come, senza interventi strutturali su flussi migratori, inclusione
sociale e nuove forme di assistenza, il sistema di cura familiare rischia il
collasso, con milioni di anziani soli e vulnerabili. Serve un ripensamento del
welfare, puntando su reti di assistenza condivisa e una maggiore integrazione
tra pubblico e privato.